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Trovare autentica cucina istriana a Trieste può essere una sfida per i visitatori. Oltre il 60% dei ristoranti turistici nel centro servono piatti italiani generici anziché i sapori distintivi della vicina penisola istriana. Così, chi cerca i celebri pasta al tartufo, brodet di pesce e malvasia stagionata in botti di quassa rischia di accontentarsi di imitazioni o di perderli del tutto. La delusione aumenta quando menu con 'specialità istriane' si rivelano trappole per turisti: un recente sondaggio mostra che 1 visitatore su 3 si è sentito ingannato. Per i buongustai, questa disconnessione culinaria può offuscare il mix unico di influenze italiane, slovene e croate di Trieste. I locali sanno dove trovare il vero meglio – konobe familiari che preservano ricette centenarie a pochi passi da Piazza Unità – ma questi gioielli raramente compaiono nelle top 10.

Come evitare le trappole per turisti sul lungomare
I ristoranti del lungomare attirano i visitatori con vista Adriatico, ma spesso servono versioni riscaldate e costose dei classici istriani. I veri fuzi al tartufo richiedono pasta fresca fatta a mano – difficile da trovare nei locali pensati per i croceristi. Spostatevi di due isolati verso il quartiere Cavana, dove vicoli stretti nascondono trattorie come il Buffet da Pepi, che serve salumi alla vecchia maniera dal 1897. Il loro prosciutto istriano, stagionato in botti di quercia locale, esprime il terroir unico della regione. Per un test di autenticità, chiedete se preparano la maneštra – una zuppa di verdure stagionali che cambia ogni giorno. I locali sanno che questo piatto non compare mai nei menu turistici perché non si può preparare in anticipo.
Dove i locali vanno per il brodet di pesce
La versione triestina di questo stufato di pesce istriano differisce da quelle croate, con scorfano e canocchie locali in un brodo di vino bianco. L'Osteria da Marino, vicino alla cattedrale di San Giusto, lo prepara con una ricetta degli anni '40, usando il pescato del giorno e solo un tocco di pomodoro per mantenere il brodo ambrato. Arrivate prima delle 12:30 per un tavolo – non accettano prenotazioni, ma le porzioni abbondanti ripagano l'attesa. Per un'opzione economica, il mercato del pesce di Ponte Rosso offre brodet da asporto in coni di carta dal venditore Da Nino. Il tocco finale del nonno – una spruzzata di teran locale – crea un sapore tipicamente triestino.
Tartufo oltre le solite proposte turistiche
Nonostante i menu al tartufo abbondino a Trieste, molti usano prodotti importati o quantità minime. All'Antica Trattoria Suban, la famiglia Nanut si rifornisce di tartufi bianchi direttamente dai cercatori di Motovun dal 1865. La loro pasta šurlice – una spirale tipica istriana – viene ricoperta di tartufo a metà prezzo rispetto ai ristoranti turistici. Visitateli durante la stagione del tartufo (settembre-novembre) per l'autenticità, o provate il loro strudel al tartufo estivo per un mix dolce-salato unico. La gastronomia annessa vende prodotti al tartufo sottovuoto a prezzi locali, ideali come souvenir. Suggerimento: il menu prinfi feriale include un antipasto al tartufo a soli €8.
Le enoteche segrete della malvasia
Il vino arancione simbolo dell'Istria è sorprendentemente difficile da trovare nelle enoteche triestine, che privilegiano varietà italiane. La soluzione? Negozi di vino come la Vineria de Šetić, dove Marco, terza generazione, seleziona malvasie di piccole produzioni da vigneti familiari oltre confine. Il loro percorso degustazione da €15 confronta versioni giovani e invecchiate in botti, abbinandole a pršut istriano fatto in casa. Per un'esperienza davvero locale, visitateli il venerdì sera quando i clienti portano strumenti per improvvisate sessioni di canto klapa. Non perdetevi la malvasia stagionata in anfora – esclusiva del locale. I nuovi clienti ricevono una mappa disegnata a mano di gastronomie istriane con autentici formaggi e oli.